Osteopatia e Parkinson

J Am Osteopath Assoc. 1999 Feb;99(2):92-8. Standard osteopathic manipulative treatment acutely improves gait performance in patients with Parkinson’s disease. Wells MR1, Giantinoto S, D’Agate D, Areman RD, Fazzini EA, Dowling D, Bosak A.

Il Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più comune nel mondo e, con l’aumento dell’aspettativa di vita, è destinata a diffondersi ulteriormente. I principali sintomi del Parkinson sono rigidità muscolare, tremore a riposo, lentezza nei movimenti, faccia amimica e asimmetria di riflessi posturali. Tali sintomi evolvono, a malattia avanzata, in completa disabilità. Mentre molti dei sintomi del Parkinson sono stati analizzati, poco si sa riguardo alla deambulazione e all’instabilità posturale, elementi che però sono alla base delle molteplici cadute dei pazienti, influendo ulteriormente sul grado di disabilità. L’instabilità dipende per lo più dall’incapacità dei pazienti parkinsoniani di effettuare passi lunghi. Da un punto di vista osteopatico non tutti i sintomi che presentano questi pazienti dipendono strettamente dalla malattia, ma derivano da un circolo vizioso che ha come origine, appunto, il Parkinson. La rigidità muscolare ha infatti un’origine centrale, ma tale sintomo può essere esagerato dal dolore, dalle contratture e dagli spasmi muscolari, con conseguenze negative sulla stabilità del paziente. Il razionale osteopatico alla base dello studio proposto è che il trattamento manipolativo rilasciando contratture muscolari, mobilizzando articolazioni e lavorando sulle zone fibrotiche, possa interrompere il circolo vizioso, riducendo al minimo i sintomi del paziente. Nello specifico questo studio clinico ha l’obiettivo di valutare se il trattamento osteopatico possa avere un effetto benefico sulla deambulazione dei pazienti parkinsoniani. Sono stati arruolati 10 pazienti nel gruppo di trattamento e 10 nel gruppo di controllo, escludendo chi avesse avuto patologie o traumi che avrebbero potuto alterare la deambulazione. I pazienti appartenenti al gruppo di controllo non erano affetti da Parkinson. La camminata del paziente è stata analizzata mediante un dispositivo che valutava molteplici caratteristiche del passo (lunghezza della falcata, velocità di movimento di arti superiori e inferiori ecc). I pazienti appartenenti al gruppo di trattamento hanno sono stati manipolati da uno studente di osteopatia seguendo uno specifico protocollo che prevedeva l’utilizzo di tecniche a livello spinale, cranico e di arti superiori e inferiori. Le tecniche sono state eseguite bilateralmente, senza prediligere il lato maggiormente affetto. I pazienti appartenenti al gruppo di controllo hanno ricevuto un finto trattamento osteopatico. Nei pazienti trattati con trattamento osteopatico si è verificato un aumento statisticamente significativo della falcata, della velocità di movimento degli arti superiori e delle anche durante la camminata, mentre non c’erano variazioni significative nella velocità di movimento delle ginocchia e delle caviglie. Nel gruppo di controllo si è verificato un leggero peggioramento dei parametri, ma non statisticamente significativo. In conclusione il protocollo di trattamento osteopatico proposto si è rivelato molto utile nel migliorare la deambulazione dei pazienti parkinsoniani, senza modifiche nei pazienti sani.  L’osteopatia potrebbe perciò essere inclusa nell’approccio terapeutico del Parkinson.

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