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Osteopatia e Broncopneumopatia cronica

Osteopath Med Prim Care. 2009 Oct 8;3:9. The immediate effect of individual manipulation techniques on pulmonary function measures in persons with chronic obstructive pulmonary disease. Noll DR, Johnson JC, Baer RW, Snider EJ.

La BPCO, o BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva, è una malattia polmonare progressiva che ostruisce le vie aeree rendendo difficoltosa la respirazione. Il fumo di sigaretta, attivo e passivo, è il fattore di rischio più importante. I sintomi più frequenti sono tosse, presenza di espettorato e mancanza di fiato durante lo sforzo fisico. L’utilizzo della manipolazione come trattamento di questa patologia è stato a lungo evocato, ma pochi sono stati gli studi clinici che misurassero l’effetto delle singole tecniche sulla funzione respiratoria. Inoltre è stato scarsamente studiato l’effetto delle tecniche manipolative sul sistema respiratorio. Lo scopo dello studio proposto è quello di determinare gli effetti immediati di quattro tecniche osteopatiche sui parametri della funzione polmonare. Le tecniche comprendevano il rilascio fasciale, un lavoro sulle coste e sul sistema linfatico toracico. Sono stati reclutati 25 pazienti con BPCO di età superiore ai 50 anni, ciascuna delle quattro tecniche ha dato variazioni nei parametri valutati e, nonostante gli effetti immediati fossero negativi sui numeri, la maggior parte dei pazienti ha dichiarato di poter respirare meglio in seguito alla manipolazione osteopatica. Una delle quattro tecniche in particolare ha mostrato di aumentare il volume residuo e in generale i soggetti trattati hanno riportato di aver avuto benefici in seguito al trattamento.

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cervicale

Osteopatia e bruxismo

J Manipulative Physiol Ther. 2003 Jul-Aug;26(6):E16 Vectored upper cervical manipulation for chronic sleep bruxism, headache, and cervical spine pain in a child. Knutson GA.

Il bruxismo notturno è definito come digrignamento dei denti caratterizzato da un’attività del muscolo massetere  che si presenta in modo ritmico e da suoni udibili che non sono riproducibili durante lo stato di veglia. Il bruxismo notturno è riportato nel 14%-20% dei bambini di età inferiore agli 11 anni con una media di 5 episodi a notte. Si pensa che il bruxismo sia scatenato da fattori stressogeni fisici o emozionali che producono un’attivazione dei muscoli masticatori durante il sonno. Esistono una serie di problemi fisici relazionati al bruxismo notturno, tra cui problemi occlusali, disturbi del sistema nervoso, alterazioni genetiche, fattori sistemici, allergie, risveglio parziale dal sonno, disfunzioni della colonna cervicale. Per fattori psicologici si intende in modo generico lo stress. I sintomi associati al bruxismo notturno includono: dolore al collo, alla schiena, alla spalla o al petto, rigidità mattutina e dolorabilità dell’articolazione temporo-mandibolare. Il caso clinico proposto riguarda una bambina di 6 anni che lamenta dolore al collo, cefalea e bruxismo notturno da circa due mesi in modo piuttosto intenso. Il bruxismo è già presente da due anni con una media di 5 notti su 7 per 10-12 episodi a notte. Il dentista attribuisce il disturbo allo stress e consiglia un bite. Viene effettuata al contempo una visita chiropratica, in cui emergono tensione a livello della muscolatura cervicale e un’asimmetria a livello della seconda vertebra cervicale che crea scompenso a livello di tutto lo schema posturale della piccola paziente. Sulla base di alcune evidenze scientifiche, previa approvazione dei genitori, si opta per la manipolazione della prima vertebra cervicale. Al follow up due giorni dopo la bambina si presenta senza distorsioni a livello della colonna vertebrale e con solo piccole tensioni della muscolatura cervicale. La madre riferisce la presenza di un solo episodio a notte di bruxismo. Al follow up a due settimane di distanza la paziente si presenta asintomatica e in assenza di bruxismo notturno.

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brux

Trattamento dei sintomi del sistema urinario

J Bodyw Mov Ther. 2013 Jan;17(1):11-8. Osteopathic manipulative treatment (OMT) for lower urinary tract symptoms (LUTS) in women. Franke H, Hoesele K.

I sintomi del tratto inferiore del sistema urinario hanno un importante impatto nel benessere della donna, oltre che degli elevati costi economici; per questo motivo richiedono particolare attenzione da parte delle figure sanitarie. L’obiettivo di questa review (revisione di vari studi sull’argomento) è stato quello di determinare l’effetto clinico del trattamento osteopatico sui disturbi del tratto urinario inferiore nelle donne. Sono stati analizzati diversi studi che avessero come partecipanti donne di almeno 18 anni con disturbi a livello del sistema urinario, in assenza di patologie quali disturbi neurologici, tumori, infezioni del tratto urinario e non in stato di gravidanza o di terapia antibiotica. L’analisi quantitativa ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante quando l’intervento osteopatico è stato confrontato con il gruppo non trattato. Lo stesso effetto terapeutico sembrerebbero invece avere il trattamento osteopatico e il lavoro di training del pavimento pelvico. I riscontri degli studi sono promettenti e incoraggiano a condurre studi più ampi e rigorosi sull’intervento osteopatico nei disturbi urinari delle donne.

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Dismenorrea: che cos’è

Clin Evid (Online). 2011 Feb 21;2011. pii: 0813. Dysmenorrhoea. Latthe PM, Champaneria R, Khan KS.

La dismenorrea è definita come dolore mestruale di origine uterina. Si classifica comunemente in dismenorrea primaria (dolore senza una patologia organica) e secondaria (dolore pelvico associato a una condizione patologica definita, come per esempio l’endometriosi o cisti ovariche). L’insorgenza della dismenorrea primaria è solitamente poco dopo il menarca (6-12 mesi), quando i cicli ovarici si sono stabilizzati. Il dolore dura comunemente dalle 8 alle 72 ore e si associa spesso all’inizio del ciclo mestruale. La dismenorrea secondaria può comparire in un momento qualunque dopo il menarca, ma può insorgere per la prima volta anche intorno alla quarta o quinta decade di vita nella donna, in seguito ad alcune particolari condizioni. Le definizioni di dismenorrea sono molteplici e questo rende difficile determinare un’incidenza precisa. Gli studi riportano che il disturbo sia più frequente nelle adolescenti, anche se non sempre è specificato il tipo di dismenorrea a cui si fa riferimento. Le ragazze adolescenti tendono ad avere una prevalenza maggiore di dismenorrea primaria rispetto alle donne più anziane, infatti la dismenorrea primaria può migliorare con l’età. La dismenorrea secondaria può essere meno frequente nelle adolescenti, dal momento che può non essersi ancora presentata la causa scatenante. Diversi studi hanno evidenziato una differente incidenza in donne di età e nazionalità differenti. Considerate queste variabili, da sondaggi condotti in ospedali di diverse nazioni l’incidenza del fenomeno si è rivelata compresa tra il 45% e il 95%, da una review tra il 25% e il 50% di donne adulte e il 75% delle adolescenti, con il 5%-20% che ha riportato dolore molto intenso che impediva le normali attività quotidiane. Un altro studio con un campione rappresentativo di una generale popolazione mondiale ha evidenziato una incidenza del 59%, con una frequenza in UK compresa tra il 45% e il 97%.

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gennaio

 

Osteopatia e Prematuri

BMC Pediatr. 2013 Apr 26;13:65. Effect of osteopathic manipulative treatment on length of stay in a population of preterm infants: a randomized controlled trial. Cerritelli F, Pizzolorusso G, Ciardelli F, La Mola E, Cozzolino V, Renzetti C, D’Incecco C, Fusilli P, Sabatino G, Barlafante G.

L’applicazione del trattamento osteopatico manipolativo nei neonati pretermine è stato documentato e i risultati degli studi precedenti suggeriscono un’associazione tra il trattamento e una ridotta permanenza in ospedale, così come significativi miglioramenti in molti parametri clinici. Lo scopo dello studio proposto è stato quello di indagare l’effetto del trattamento osteopatico sulla durata di permanenza in ospedale dei neonati prematuri. Sono stati arruolati 110 prematuri di età gestazionale compresa tra le 28 e le 38 settimane e sono stati divisi in un gruppo di studio e un gruppo di controllo. Tutti i soggetti hanno ricevuto per l’intero periodo di ospedalizzazione le cure pediatriche di routine, mentre il gruppo di studio ha ricevuto anche il trattamento osteopatico. I parametri valutati includevano la differenza in lughezza di permanenza in ospedale e l’incremento di peso giornaliero. I risultati hanno mostrato una significativa associazione tra il trattamento osteopatico e la riduzione della lunghezza di permanenza in ospedale (26.1±16.4 giorni per i pazienti nel gruppo di studio vs 31.3±20.2 giorni per i pazienti nel gruppo di controllo), mentre non c’era associazione tra la manipolazione e il guadagno di peso giornaliero. Questo studio suggerisce quindi che il trattamento osteopatico potrebbe avere un ruolo importante nella gestione dei neonati pretermine ospedalizzati.

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Osteopatia e vertigini

J Am Osteopath Assoc. 2008 May;108(5):260-3. Modified Muncie technique: osteopathic manipulation for eustachian tube dysfunction and illustrative report of case. Channell MK.

La disfunzione della tuba di Eustachio è definita come l’incapacità della tuba di aprirsi sufficientemente durante la deglutizione e lo sbadiglio, causando una differente pressione all’interno e all’esterno dell’orecchio medio. Le allergie, le infezioni delle vie aeree superiori, i rapidi cambi di altitudine, una piccola tuba di Eustachio, tumori del nasofaringe o adenoidi ingrossate possono contribuire a creare una disfunzione della tuba di Eustachio. Molti sintomi possono comparire come risultato di una disfunzione della tuba di Eustachio, come la barotite media, l’otalgia, problemi all’udito temporanei e vertigini. Il trattamento comprende diverse opzioni dagli antibiotici alla chirurgia, ma esistono semplici soluzioni di trattamento manipolativo poco documentate, una delle quali è stata utilizzata nel caso clinico illustrato. Una donna di 37 anni si presenta con vertigini che durano pochi minuti ma molto destabilizzanti insorte nell’ultima settimana dopo un movimento del capo. Non soffre di cefalea, alterazioni della vista o problemi respiratori, ma ha delle allergie stagionali tenute sotto controllo. All’esame clinico emerge una perdita di udito dal lato destro e all’esame obiettivo si manifestano importanti disfunzioni a livello cervicale. La diagnosi è di otite media conseguente ad allergie stagionali. La paziente viene trattata con tecniche a energia muscolare, fasciali e manipolative. Viene eseguita la tecnica di Muncie, una specifica manipolazione a livello cranico sull tuba di Eustachio. Per una settimana la paziente non presenta episodi di vertigine, che ricompaiono tuttavia in seguito. Dopo il secondo trattamento i sintomi scompaiono definitivamente. La semplicità di questa tecnica ne permette il suo utilizzo e incoraggia la sua inclusione nei futuri protocolli di ricerca.

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Trattamento Osteopatico nella Depressione

J Am Osteopath Assoc. 2001 Sep;101(9):517-23. Adjunctive osteopathic manipulative treatment in women with depression: a pilot study. Plotkin BJ, Rodos JJ, Kappler R, Schrage M, Freydl K, Hasegawa S, Hennegan E, Hilchie-Schmidt C, Hines D, Iwata J, Mok C, Raffaelli D.

Pochissimi sono gli studi che hanno valutato il ruolo che il trattamento manipolativo può avere sullo stato d’animo del paziente. Tuttavia già agli albori dell’osteopatia si erano evidenziate variazioni nell’umore del paziente, riduzione della permanenza in ospedale e risoluzione della depressione negli anziani. Gli autori dello studio proposto hanno valutato l’impatto del trattamento osteopatico, in aggiunta al trattamento psichiatrico standard, in donne depresse. Le donne scelte, in età premenopausale, sono state divise in un gruppo di trattamento (terapia medica standard più trattamento osteopatico) e in un gruppo di controllo (solo terapia medica standard). Entrambi i gruppi hanno ricevuto terapia farmacologica e psicoterapia. Non erano presenti grosse differenze tra i gruppi per età e severità di patologia. Dopo 8 settimane il 100% delle pazienti facenti parte del gruppo di trattamento osteopatico e il 33% delle pazienti facenti parte del gruppo di controllo sono risultate nella norma alla valutazione psicologica. Al termine dello studio non sono risultati cambiamenti nei livelli di produzione di citochine o disfunzioni somatiche. I riscontri di questo studio pilota indicano che l’osteopatia può essere un trattamento efficace in aggiunta al trattamento medico standard in donne depresse.

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Instabilità lombare

Talvolta il dolore che si percepisce a livello lombare in seguito ad attività fisica intensa può essere dato da un’instabilità dell’ultima vertebra lombare che scivola sull’osso sacro a causa delle forze di taglio a cui fisiologicamente questo tratto è sottoposto. Alterazioni posturali unite al lavoro sportivo intenso possono accentuare la situazione creando una zona di instabilità. La reazione della muscolatura circostante è quella di contrarsi per proteggere il tratto lombo-sacrale da un cedimento. Quando il muscolo è affaticato per l’attività fisica, però, la reazione avviene in modo meno efficace e le strutture articolari vanno in sofferenza: questo è il meccanismo che genera dolore nel paziente. Il trattamento osteopatico ha lo scopo di scaricare il tratto lombare lavorando sulle rigidità e disfunzioni delle strutture circostanti che non lavorano in modo corretto (spesso si verificano alterazioni a livello dorsale o retrazioni delle catene muscolari posteriori degli arti inferiori). L’osteopata può inoltre consigliare esercizi di rinforzo del tono di quei muscoli che possono sostenere la colonna scaricando ulteriormente il carico in lombare.

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Dolore lombare, dorsale e cervicale

Nello sportivo lombalgia, dorsalgia e cervicalgia sono disturbi molto frequenti: a causa di traumi diretti o indiretti in sport come lo sci, la mountain bike o il surf (dove le cadute sul sacro, i microtraumi in lombare e i ripetuti colpi di frusta possono creare rigidità articolari e contratture) o a causa di sollecitazioni molto intense della muscolatura paravertebrale in sport come il podismo o il nuoto, soprattutto quando vengono percorse lunghe distanze. Il dolore è spesso dato da un’eccessiva tensione muscolare e si relaziona al sovraccarico non compensato da un sufficiente lavoro di defaticamento e allungamento muscolare. L’intervento osteopatico serve per rilasciare le tensioni muscolari e ristabilire equilibrio articolare e fasciale alleviando rapidamente la sintomatologia del paziente. L’osteopatia ha anche un importante ruolo preventivo: individuati i punti di sovraccarico e i gruppi muscolari coinvolti maggiormente nei gesti sportivi, è possibile impostare anche un lavoro pre e post allenamento di stretching ed esercizi per ridurre le probabilità di recidive.

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Osteopatia e funzione visiva

J Am Osteopath Assoc. 2010 Apr;110(4):239-43. Effect of osteopathy in the cranial field on visual function–a pilot study. Sandhouse ME, Shechtman D, Sorkin R, Drowos JL, Caban-Martinez AJ 3rd, Patterson MM, Shallo-Hoffmann J, Hardigan P, Snyder A.

 Gli effetti dell’osteopatia in ambito cranio-sacrale sulle variazioni del campo visivo e sull’allineamento binoculare degli occhi sono stati scarsamente analizzati in letteratura. Gli autori dell’articolo proposto hanno valutato se l’osteopatia possa dare un cambiamento immediato e misurabile nella funzione visiva in un campione di adulti con asimmetria cranica. I candidati reclutati sono stati adulti volontari di età compresa tra i 18 e i 35 anni, senza strabismo o patologie oculari o sistemiche attive. Sono stati inclusi nello studio pazienti con errori di rifrazione (con un range compreso tra 6 diottrie di miopia e 5 di ipermetropia) astigmatismo regolare (tutti i gradi) e disfunzioni craniche. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: il gruppo di trattamento ha ricevuto un singolo intervento osteopatico di correzione della disfunzione cranica, il gruppo di controllo ha ricevuto leggere pressioni craniche senza un vero trattamento osteopatico. L’esame optometrico pre e post intervento comprendeva: test di acuità visiva a distanza, test per il sistema accomodante, test di stereoacuità locale, misurazione del diametro pupillare, test per il sistema di convergenza. Per la maggior parte dei test effettuati il gruppo che ha ricevuto il trattamento osteopatico ha avuto risultati statisticamente significativi rispetto al gruppo di controllo che ha ricevuto un finto trattamento manipolativo. Lo studio proposto suggerisce quindi che l’osteopatia in ambito cranio-sacrale possa avere degli effetti benefici sulla funzione visiva in adulti con un’asimmetria cranica.

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