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Reflusso gastro-esofageo

Il reflusso gastro-esofageo è un disturbo che molto frequentemente si presenta nei pazienti con disabilità per incapacità del cardias (collegamento tra esofago e stomaco) a una completa chiusura. Il sintomo può essere inoltre accentuato in quei pazienti che, impossibilitati alla posizione eretta o seduta, mantengono a lungo il decubito, venendo meno l’aiuto gravitazionale. La terapia farmacologica permette di tamponare l’acidità a livello esofageo, provocata dal reflusso. A tale terapia è possibile affiancare il trattamento osteopatico, che può aiutare le strutture circostanti a limitare il disturbo. Il lavoro di inibizione del diaframma infatti, unito al rilascio dei legamenti che collegano esofago e stomaco, può favorire l’onda peristaltica corretta e ridurre la sintomatologia dolorosa limitando l’irritazione dei tessuti circostanti. La correzione delle disfunzioni somatiche a livello cervicale, poi, può garantire il miglior funzionamento possibile del nervo vago, fondamentale per una corretta funzionalità digestiva.

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Costipazione e disturbi digestivi

La difficoltà nella digestione, che può risultare lenta o al contrario accelerata, è un disturbo che frequentemente si presenta nei pazienti con paralisi cerebrale, in seguito a lesioni o a patologie. Le turbe digestive possono inoltre derivare dall’immobilità a cui sono costretti i pazienti con particolari disabilità. L’osteopatia può affiancarsi alle terapie mediche standard migliorando la parte più meccanica legata al funzionamento dell’organo. Nello specifico gli organi dell’apparato digerente sono collegati tra loro e fissati alla struttura muscolo-scheletrica del corpo attraverso legamenti e strutture fasciali. Migliorare la funzionalità di queste strutture può aiutare il sistema digestivo a lavorare nelle migliori condizioni possibili. Inoltre, pur non essendo possibile ripristinare un corretto funzionamento neurologico, qualora la patologia o il trauma l’avesse interrotto, attraverso la terapia manuale è possibile dare degli input a livello periferico che possono essere comunque d’aiuto anche a livello centrale.

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Disequilibrio

Il disequilibrio consiste in un’instabilità del corpo nello spazio. L’equilibrio viene mantenuto dal corretto funzionamento di alcuni sistemi (visivo, vestibolare, sensitivo) che devono lavorare tra loro in modo coordinato. Quando agli organi dell’equilibrio giungono informazioni alterate e contrastanti si genera un senso di instabilità o vertigine vera e propria. Questa sintomatologia può presentarsi in diverse patologie o in presenza di specifiche lesioni e può essere la causa di traumi e cadute. In prevenzione a tali eventi e all’insorgenza di posture viziate che il paziente può assumere come protezione, può intervenire l’osteopatia. Il trattamento manipolativo non può eliminare la causa principale della sintomatologia e deve quindi essere sempre affiancato al trattamento medico/farmacologico. Può tuttavia ridurre le interferenze che possono arrivare dalla periferia a causa di disfunzioni muscolo-scheletriche che il paziente può presentare indipendentemente dalla patologia centrale. Le tecniche utilizzate saranno quelle di rilascio miofasciale, di allungamento muscolare o di mobilizzazione e drenaggio articolare a seconda delle disfunzioni riscontrate sul singolo paziente.

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Atassia

Per atassia si intende una mancanza di coordinazione. Tale funzione è garantita dal corretto funzionamento di alcuni sistemi (cervelletto, sistema visivo, vestibolare, sensitivo) e può essere alterata in diverse patologie o in seguito a specifiche lesioni. La mancanza di coordinazione può essere causa di traumi e cadute, oltre che di insorgenza di disfunzioni articolari e contratture muscolari. Il paziente atassico spesso presenta dolori di origine muscolo-scheletrica. Il trattamento osteopatico, per quanto non possa eliminare la causa centrale dell’atassia, può efficacemente affiancarsi al trattamento medico standard. Il lavoro di correzione delle disfunzioni che si instaurano può infatti eliminare le interferenze negative che ci possono essere su una coordinazione già compromessa, riducendo al minimo i sintomi correlati.

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Spasticità

La spasticità consiste in un aumento del tono muscolare, a causa di una lesione a livello cerebrale o del midollo spinale. Molteplici sono le patologie o i traumi in seguito al quale si può manifestare questo segno. Le conseguenze della spasticità sono legate per lo più alle contratture muscolari che ne derivano: il paziente spastico può presentare dolore, rigidità muscolare e articolare, asimmetrie della colonna vertebrale e degli arti, retrazioni tendinee. Al momento non esiste una terapia definitiva per questa patologia. Al trattamento farmacologico può affiancarsi quello osteopatico, ai fini di limitare il più possibile i sintomi derivanti dall’aumentato tono muscolare. Le tecniche di inibizione e allungamento muscolare, mobilizzazione e drenaggio articolare possono infatti limitare le retrazioni e il dolore, migliorando la postura e riducendo così gli atteggiamenti viziati che possono insorgere. L’assenza di dolore permetterebbe inoltre al paziente una maggiore libertà di movimento, con ulteriore effetto benefico sulla sintomatologia.

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Osteopatia e Gravidanza

Pract Midwife. 2013 May;16(5):26-7. Back to back: postnatal osteopathic care. Johnson C.

Il ruolo che l’osteopatia può giocare nel trattamento delle donne durante la gravidanza si sta accrescendo (King et al 2003; Sandler 1996; Green 2000). E’ solito nelle scuole di formazione osteopatica eseguire pratica clinica sulla gravidanza e dare agli studenti la possibilità di valutare i particolari cambiamenti del corpo da un punto di vista neuro-muscolo-scheletrico durante un momento unico nella vita della donna. L’osteopatia può contribuire a fare la differenza nella cura generale della donna prima del parto utilizzando procedure delicate per alleviare i più comuni disturbi legati alla gravidanza. Una recente review della letteratura (Lavelle 2012) ha dimostrato che l’osteopatia può non solo dare sollievo a una serie di condizioni muscolo-scheletriche, ma può anche ridurre la durata del parto ed evitare alcune complicazioni legate alla fase espulsiva. Ad oggi, ci sono meno studi focalizzati su quello che l’osteopatia può fare sulla donna dopo il parto; infatti, nella professione, c’è poca ricerca portata avanti in questo ambito. Tuttavia, molti osteopati confidano nei risultati che si possono ottenere lavorando sulle neomamme, sulla base dei principi osteopatici.

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Osteopatia e infertilità

J Am Osteopath Assoc. 2012 Oct;112(10):680-4. Combined manual therapy techniques for the treatment of women with infertility: a case series. Kramp ME.

Al momento l’infertilità viene affrontata con terapie ormonali, inseminazione artificiale, fecondazione in vitro. Queste opzioni tendono ad essere molto dispendiose e non sempre coperte da assicurazione, portando con sè rischi di salute a breve e lungo termine. Molti fattori che contribuiscono all’infertilità sono aderenze cicatriziali, restrizioni fasciali e congestione linfatica in regione pelvica. Nello studio proposto sono state trattate 10 donne considerate infertili seguendo un preciso protocollo: individuazione e correzione di asimmetrie pelviche attraverso tecniche a energia muscolare; valutazione e miglioramento della mobilità sacrale con tecniche cranio-sacrali; ricerca e trattamento di trigger points intorno e a livello della pelvi con tecniche di rilascio posizionale; drenaggio linfatico della pelvi e degli organi pelvici e applicazione di tecniche di drenaggio linfatico manuale; valutazione di mobilità e motilità degli organi pelvici e utilizzo di tecniche di rilascio delle restrizioni; riassestamento delle simmetrie e di tutte le mobilità. I trattamenti sono stati ripetuti due volte a settimana fino alla risoluzione delle restrizioni di mobilità. Le donne che sono rimaste incinte entro 3 mesi sono state poi seguite fino al parto.  Sei delle donne trattate hanno concepito entro 3 mesi dall’ultima sessione di trattamento e hanno partorito a termine.

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Osteopatia e insufficienza respiratoria acuta

J Am Osteopath Assoc. 2001 Aug;101(8):447-9. Osteopathic philosophy and emergent treatment in acute respiratory failure. Stretanski MF1, Kaiser G.

L’articolo proposto è un case report riguardante un uomo di 69 anni, ricoverato in ospedale per difficoltà respiratorie. Il paziente era stato operato recentemente per un tumore ed era stato trascheostomizzato; negli ultimi giorni aveva avuto problemi di respiro corto, bassa saturazione (82%) e produzione di secrezioni giallastre, sintomi che frequentemente si presentano a causa del tubo posizionato nella trachea. Immediatamente è stato analizzato il tubo, considerato la causa delle difficoltà respiratorie, senza tuttavia trovare alterazioni. Alla palpazione del torace è stata evidenziata ipomobilità dal lato destro e una leggera distensione addominale. Essendo l’ospedale dotato di un’importante unità di medicina osteopatica è stato effettuato un trattamento manuale al paziente, comprendente il rialscio della muscolatura cucullare, la mobilizzazione del tratto cervicale evidenziato come disfunzionale e la manipolazione della disfunzione somatica riscontrata a livello toracico medio-basso. Dopo il trattamento l’esame del torace rivela il ripristino di un normale movimento, a distanza di un minuto la saturazione è compresa tra il 95% e il 97% e a distanza di un’ora si è stabilizzata al 97%. L’interdipendenza di struttura e funzione è la base della filosofia osteopatica. Il caso proposto è un classico esempio di come la struttura possa impedire la funzione e di come, ripristinando la struttura, si possano avere importanti effetti sulla funzione.

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